Infinite sono le cose tra cielo e …

Collettiva

Inaugurazione: martedì 13 giugno 2017, ore 18,30
Periodo espositivo: fino a settembre 2017
Orari della Galleria: da martedì a venerdì dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00. Lunedì dalle 16,00 alle 20,00 e sabato dalle 10,00 alle 13,00.

La mostra

Infinite sono le cose tra cielo e terra che gli umani non conoscono

 

La Galleria Milano è lieta di presentare una mostra dedicata ai due elementi del cielo e della terra, esponendo opere di artisti che hanno mostrato fascinazione verso il loro potere ancestrale.

Da una parte il cielo, lo spazio siderale visibile dalla terra, con gli astri e i suoi agenti atmosferici.

Le fotografie di Aurelio Andrighetto tentano di ricostruire l’esperienza percettiva del passaggio dalla visione diurna a quella notturna. Le potenzialità del pensiero davanti al cosmo e il metodo di osservazione del reale sono anche al centro della ricerca di Pierluigi Fresia in Constellations. La serigrafia con collage di Jim Dine proviene da un portfolio commissionatogli dalle Edizioni Alecto nel 1966, dove gli oggetti della realtà quotidiana, costante della sua poetica, sono caricati di nuove potenzialità con attenzione al contesto enviromental. Anche Joe Goode, esponente del movimento “Light and Space” – sviluppatosi sulla West Coast negli anni Sessanta – guarda all’ambiente e agli agenti atmosferici, sfidando il confine tra rappresentazione e astrazione. Così Francesco Pedrini, che immortala i tornado e l’effimera vita di una nuvola lanciandosi nella sfida impossibile di “registrare l’irregistrabile” (Elio Grazioli). Davide Mosconi tenta di disegnare l’aria regalando immagini cosmiche, dove le costellazioni sono costituite da oggetti congelati in volo da uno scatto fotografico. Fabio Zonta nei suoi vortici, elementi d’acqua che sembrano buchi neri nella galassia, mette in atto “una sorta di evasione dalla realtà fisica” (Mario Guderzo). Anche i lavori di Sandro Somarè indagano l’incerta liminalità visiva tra cielo e acqua: i colori tenui del mare sono rarefatti nelle sfumature di grigio disperdendo la linea dell’orizzonte; ciò che interessa non è il luogo in sé, ma la sua luce. Una lettura ironica, in chiave pop, è quella di Richard Smith che utilizza l’aquilone come supporto e tecnica. Il cielo stellato di Ottonella Mocellin + Nicola Pellegrini è tratto dal progetto With the Occasional Rainbow Visiting (2007), costruito attorno a un dialogo immaginario tra un palestinese e un israeliano.

E poi c’è la terra, spazio della materialità e delle radici, ma anche dell’imperscrutabilità della natura.

Non al polo opposto del cielo, ma complementare, come ci ricorda Aldo Tagliaferro nei suoi rapporti intimistici con entrambi gli elementi. La terra è utilizzata in tutta la sua potenza materica nell’opera di Nanni Valentini così come nel lavoro di Adelio Maronati che la utilizza direttamente sulla tela, unita ai colori a tempera. La proposta elaborata da Giannetto Bravi, concepita per Operazione Vesuvio, è costituita da un invaligiamento metaforico delle proprie origini. Nelle fotografie di Arno Hammacher, cresciuto a contatto con la natura sulla costa del Mare del Nord, tornano ricorrentemente il mare e le dune sabbiose. Luca Maria Patella riflette sulla funzione conoscitiva dell’arte applicando metodi proto-concettuali che aprono al dialogo con la scienza. Marco Vaglieri indaga la Storia con le sue storyboard, frutto di uno studio sulle zone della Prima Guerra Mondiale, le trincee e i loro scavi. Jae-Eun Choi seppellisce duecento fogli di carta giapponese Wa-shi, prodotta per resistere ad ogni danno del tempo, in varie parti del mondo, per disseppellirli dopo qualche anno e registrare il loro deterioramento in base ai diversi tipi di terreno nel quale erano permasti. Il “potere del sottosuolo” (Choi) è sviluppato in chiave lirica e suggestiva da Luca Vitone in Et in Arcadia Ego (Lach), del 2001, dove lo scavo archeologico riporta alla luce la cultura sonora del luogo. Il viaggio e il ricordo suggestivo dei luoghi è al centro di Siria di Amedeo Martegani. La grafica di Gianfranco Baruchello è stata realizzata in occasione dell’operazione – tra l’happening e l’intento politico – Agricola Cornelia s.p.a., azienda agricola volta a sottrarre il territorio alla speculazione edilizia. Peter Fend, infine, offre visioni satellitari e mappe con attenzione all’ecologia globale e a questioni geopolitiche.

Marco Vaglieri
Story Board C, 2002
Acquerello su cartoncino
70 x 100 cm

Giannetto Bravi
Terre Viaggianti – Dalla base del peristilio del tempio di Giove, 1973
Sacchetto di Juta con terra e etichetta postale
20 x 16 x 3 cm

Pierluigi Fresia
Constellations #3, 2017
Fotostampa digitale ed. 1/3
70×100 cm