Vincenzo Ferrari

I significati e l’ambiguità
periodo espositivo: fino a giovedì 8 marzo 2018

Vincenzo Ferrari

I significati e l’ambiguità

A cura di Elena Pontiggia

 

Inaugurazione:
giovedì 8 febbraio 2018, ore 18,30
Orari della Galleria:
da martedì a sabato dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00

È trascorso ormai più di mezzo secolo da quando, nel 1967, Vincenzo Ferrari (1941-2010) realizza i suoi primi lavori in cui compaiono lettere alfabetiche. È l’inizio di una ricerca sulla parola che l’ha portato a diventare uno dei più significativi artisti concettuali in Italia.

La Galleria Milano, che ha sempre avuto grande interesse per il lavoro dell’artista milanese (tre le personali: 1988, 1990 con Alik cavaliere e 2011), è lieta di dedicargli la mostra Vincenzo Ferrari. I significati e l’ambiguità, a cura di Elena Pontiggia.

Non ho immagini da dare, 1971 (part.)
Inchiostro su carta, 29,7 x 21 cm

Nelle sue opere le scritte racchiudono sempre nostalgia per il colore e per la pittura, a differenza di quelle di Agnetti, artista al quale è stato legato da un durevole sodalizio. Come mette in luce Pontiggia nel testo critico, nell’evoluzione della sua poetica rimane il colore, scompare l’immagine: il titolo dell’opera Se avete bisogno di immagini pensatele voi, del 1971, è emblematico di tutta la produzione di questi anni.

I lavori esposti, datati tra il 1969 e il 1992, sono accomunati dalla costruzione di un nuovo alfabeto, di un linguaggio enigmatico che permette di aprirsi ad un pensiero finalmente aperto, oltre alla vulgata ufficiale. Coerente con tale proposito, nel decennio successivo, prima del ritorno alla pittura degli ultimi anni, costituirà una “enciclopedia della non conoscenza” (Pontiggia), l’unica possibile al di là dei dogmi. È un’enciclopedia composta da pittura a caratteri mobili, fatta di simbologie ricorrenti – frecce, labirinti, parentesi, ellissi, solidi, sfere, mani, occhi – atte a sollevare incertezze e domande irrisolte, perché il dubbio, in definitiva, è l’unica condizione che permette alla mente di rimanere libera.

Per sempre un attimo bianco, 1971-74
Carta fotografica lucida con intervento
manuale, 12 x 17,7 cm

Venticinque enigmi banali, 1971 ca
Tecnica mista su legno, 70 x 50 cm

E’ solo questione di sfumature, 1971
Inchiostro su carta, 29,7 x 21 cm

Soggetto Contenuto, 1972
Tecnica mista su legno, 70 x 100 cm

L’inutile bellezza del calcolo, 1985
Olio su tavola, diametro 75 cm

Quasi per caso, 1992
Libro, tecnica mista su carta, pezzo unico
49,5 x 36 cm

Quasi per caso, 1992
Libro, tecnica mista su carta, pezzo unico
49,5 x 36 cm

Tutto, 1971 ca (part.)
Lettere in bronzo su legno verniciato,
100 x 70 cm.