Francesco Pedrini

Gli strumenti del cielo

Inaugurazione: giovedì 18 ottobre 2018, 18.30
Periodo espositivo: fino a giovedì 6 dicembre 2018
Orari della Galleria: da martedì a sabato dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00.

La mostra

La Galleria Milano ha il piacere di presentare una nuova mostra personale di Francesco Pedrini, Gli strumenti del cielo.

Dopo la personale nei nostri spazi nel 2016, Nebula, in cui aveva proposto una riflessione sul motivo antico dello sguardo dell’uomo al cospetto del cielo, e quindi dell’infinito, l’artista ritorna sullo stesso tema, approfondendo però un nuovo aspetto: il suo ascolto.

Ascoltare il cielo significa rendersi osservatori dell’immateriale: come dice l’artista, “ascoltare è un atto immaginifico in quanto crea immagini”, mettendo in campo quindi un processo creativo assolutamente personale.

Sono testimonianza di questi tentativi nel corso della storia gli Strumenti, oggetti utilizzati durante la Prima Guerra mondiale dagli “ascoltatori del cielo”, ovvero soldati con il compito di intercettare attraverso questi apparecchi l’arrivo degli aerei nemici. L’artista, partendo da alcune immagini fotografiche, ha preso spunto da questi oggetti per le sue sculture di legno, ottone e rame, al fine di costruire una ipotetica “orchestra dell’ascolto” che sfrutti il silenzio per trovare in esso tracce di infinito.

I Momenti sono opere quasi impercettibili, fatte di ossidi in polvere in minima quantità. L’idea parte dall’etimologia della parola, da ricollegarsi al latino momentum (da muovere), ovvero il piccolo peso usato per muovere e inclinare la bilancia. L’artista soffia sulle polveri e ne misura il tempo necessario alla loro dispersione, riportato accuratamente nel titolo delle opere.

Il tentativo di dare concretezza all’inafferrabile è riscontrabile anche nei Tornadi, work in progress partito nel 2012 dalle fotografie d’archivio dei siti di meteorologia. I disegni sono realizzati solo con pennelli e polveri (grafiti o pigmenti), con l’obiettivo di indagare l’elemento formale della “tromba”, con riferimento alla tromba d’aria in sé ma anche ai suddetti strumenti per l’ascolto del cielo, appunto a forma di tromba.

Taken, infine, è frutto di una ricerca negli archivi di Alexander Graham Bell, inventore del telefono (poi brevettato da Antonio Meucci), in cui sono presenti fotografie degli esperimenti con gli aquiloni tetraedrici, sue invenzioni che saranno poi fondamento per le prime macchine volanti inglesi. Queste immagini parlano di cieli, scienza, ma anche del rapporto tra l’inventore e sua moglie Mabel che compare spesso. Mabel era sorda, e pare che questo fatto abbia influito molto sugli esperimenti di Bell, nella speranza di trovare una soluzione al suo problema. Da queste suggestioni Pedrini ha realizzato dipinti ad acrilico dove è riassunta tutta l’essenza della sua ultima ricerca: il cielo, lo slancio verso l’infinito e il tentativo di ascoltare l’impossibile come supremo gesto d’amore.

 

Francesco Pedrini (Bergamo, 1973). Diplomato all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo. Laurea magistrale allo IUAV di Venezia. Ha esposto in mostre personali alla Galleria Martano di Torino, alla Facultad de Derecho de la Universidad di Buenos Aires, al Tirana Institute for Contemporary Art, al BACO di Bergamo, alla Galerie Susanne Albrecht di Berlino e in collettive in numerose gallerie e istituzioni tra cui alla Biennale di disegno di Rimini, alla Fondzione Buziol di Venezia, al Merano Arts Festival, al Tophane Culture Center di Istanbul.

Strumento#6, 2018
ottone e corno africano, cm 32×90

Strumento#1, 2017
rame e pelle, cm 35x80x86

Strumento#4, 2018
alluminio, cm 58 ø48