Irritarte

a cura di Lea Vergine

dal 9 ottobre al 5 novembre 1969

GLI ARTISTI:

 

Ay-O, Gianfranco Baruchello, Gerardo Di Fiore, Bernard Höke, Tatsumi Kudo, Otto Muehl, Gianni Pisani, Alina Szapocznikow e Curt Stenvert


Gli istinti repressi o rimossi sono i pericoli che minacciano l’uomo civile. L’«irritarte» distrugge le convenzioni di decenza da cui dipende la grande menzogna, la facciata posticcia, lacera lo schermo che separa la sfera pubblica da quella privata. Ogni latrina è salotto, ogni salotto è latrina. Niente più distinzione tra sublime e volgare. Siamo nascosti sotto il nostro contrario. Ciò che è oggetto di odio, di disprezzo, di biasimo da parte dell’uomo, costituisce la sua natura più vera e più profonda… LO spettatore è disorientato di fronte a oggetti che sono il più lontano immaginabile dalla convenzionale fruizione estetica… Disorientato e – lo ripetiamo – disgustato. Ma anche chi manifesta ostilità non può fare a meno di restare impressionato da ciò che condanna. Proverà repulsione ma, e lo conferma la forza incontrollata delle sue reazioni, verrà implicato, disturbato nel profondo. Respingerà queste opere e ne sarà attratto… L’«irritarte» non ha paura dei disegni spietati che la società attua: tenta una concorrenza liberatoria realizzando consapevolmente il male e l’orrore che combatte. E’ una posizione di sfida e questa sfida irrita.

Lea Vergine