La mostra presenta due poli del lavoro visivo di Nanni Balestrini: una serie inedita di collages dei primi anni ‘60 e le recenti grandi tele che portano a una fase estrema la frantumazione del linguaggio verbale.
Balestrini ha proceduto, nella sua attività di riciclatore, dal grande al piccolo e dal piccolo all’infinitesimale. Dapprima prelevava testi interi, poi li sminuzzava, poi ha fatto collages di sole parole, e infine di brandelli di parole e di lettere alfabetiche. E’ disceso dall’universo dei testi a quello della tipografia. E lo si vede benissimo in queste ultime prove, oggetti visivi fatti con brandelli che furono testi verbali.
Umberto Eco… ci fa pensare a un’arte che sia costruita coi frammenti autentici del nostro tempo, gli unici capaci di diventare anche débris du futur.
Gillo Dorfles, 1961Tu sviluppi un nuovo discorso che ha come fine la comunicazione, e si intende per comunicazione naturalmente la sottrazione e la capacità di riaprire, di massaggiare il muscolo atrofizzato di un linguaggio che attraverso la telematica, la televisione e la pubblicità tende a squillare in termini esclusivamente consumistici.
Achille Bonito OlivaBalestrini tesse Parola per Parola
la tappezzeria dei paragrafi
in uno strabismo divergente
che ricorda quello del terrore del grido
che annuncia i Grandi Massacri
Nanni il Calligrafo
elabora un paesaggio epistolare
il cui incerto catasto
turba lo sguardo.