WARBURGHIANA

Il Pathos delle forme
Inaugurazione: giovedì 27 settembre 2012 alle ore 18.30
Periodo espositivo: venerdì 28 settembre – 18 novembre 2012
Orari di apertura: da martedì a sabato dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle ore 20
A. Andrighetto - D. Bellini - G. Codeghini - E. Grazioli
La mostra

Dopo essersi rifatto a Warburg e alle interpretazioni recenti del suo lavoro in termini di montaggio, di utilizzo dei materiali più disparati fatti interagire per accostamento e rimando, come avviene sia nella nostra mente che nella Rete e come Warburghiana ha proposto in forma di “concerti sinottici” e di “desktop”, il gruppo, composto da Aurelio Andrighetto, Dario Bellini, Gianluca Codeghini e Elio Grazioli, passa in questa occasione ad una nuova proposta.
Se l’altro portato più importante e noto di Warburg è quello delle “Pathosformeln”, cioè della sopravvivenza dei sentimenti nel tempo, dei contenuti emotivi e affettivi, attraverso le formule che le incarnano, i gesti e le espressioni, all’arte e alla Warburghiana sembra più pertinente parlare di qualcosa che potrebbe essere chiamato allora “Formelnpathos”, se il termine tedesco è possibile, comunque di un pathos, o meglio, di una sensibilità per le forme.
L’arte è in effetti il dar forma a dei contenuti, non solo, ma una forma così forte che diventa tanto inseparabile dal suo contenuto da diventare “indicativa”, cioè insieme memorabile e modello di comportamento. Guardate i turisti che assumono le posizioni dei personaggi delle statue o il reale che imita, come si suol dire, l’arte. Sono segni della potenza della forma. Ma la sensibilità per le forme, è chiaro, è anche e soprattutto un modo di stare dentro l’arte, di confrontarsi e distinguersi dagli altri. In un contesto in cui in arte brillano i contenuti per la loro enormità, per la loro pretesa di indicare questioni che l’arte non può gestire, e mostrerebbe il suo fallimento proprio se dovesse farlo, Warburghiana insiste che il ruolo dell’arte è quello delle forme, non perché esse si applicano a qualsiasi contenuto, ma perché esse stesse selezionano e danno vita ai contenuti reali.
Dopo aver già mostrato nel “tavolo”, nel “montaggio” stesso, e ancora nell’“indicare” e nella “sospensione”, così come nell’invito e nell’estensione delle collaborazioni, nelle pubblicazioni cartacee, negli elenchi e nei programmi di sala, e in tutte queste modalità proposto e praticato altrettante forme tra loro legate, del proprio Atlante delle forme, Warburghiana affronta direttamente la questione in una esposizione ad hoc.

allestimento, particolare

allestimento, particolare